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Moto2, Boscoscuro: "Il mio team in MotoGP? Non mi accontenterei di partecipare"

La moto italiana sta dominando in Moto2: "abbiamo tutto per vincere il titolo. Sono contento di Aldeguer in Ducati, ha doti fuori dal comune. Il regolamento da cambiare è quello della Moto3, le moto sono troppo piccole"

Moto2: Boscoscuro:

Non c’è solo Ducati a dominare nel motomondiale. In Moto2 è la Boscoscuro a gonfiare i muscoli e a monopolizzare il podio a Le Mans. Un progetto che parte da lontano, nel 2010 quando nacque la classe intermedia a 4 tempi, e che è cresciuto negli anni. Luca Boscoscuro si era tolto molte soddisfazioni in passato, ma ora si sta superando. “Considerando che abbiamo vinto anche 8 delle 9 ultime gare, non è male. In Italia siamo forti a fare le moto” sorride.

Come stai vivendo questo momento?
Sono contentissimo, ma alla fine guardi sempre alla domenica dopo. Quando comincia il fine settimana successivo, dimentichi quello che hai fatto in quello prima. Abbiamo lavorato duramente per cercare di dare sempre il massimo”.

Qual è il segreto?
Sicuramente ho un gruppo di persone molto brave intorno a me, inoltre abbiamo scelto i piloti giusti anche quando le cose non andavano proprio bene. Bisogna fare i complimenti anche ai piloti, perché ti aiutano a sviluppare la moto nella direzione corretta e sono sempre loro la punta di diamante”.

Per la Boscoscuro questo è un momento magico, ma non hai mai avuto dubbi in tutti questi anni?
Se devo guardare a tutti i piloti che sono passati con noi, hanno fatto sempre le loro migliori stagioni sulla nostra moto, quindi non c’erano tanti dubbi. Crescendo l’esperienza, abbiamo capito molte più cose e quando abbiamo avuto i piloti giusti siamo sempre andati forte, non siamo mai stati fuori dai punti. Come dicevo lo scorso anno: la Kalex vinceva e la Kalex faceva ultima, serve sempre il pilota”.

Ti senti un po’ Davide contro Golia?
Sinceramente non mi fa paura nessuno. Anche nel periodo in cui KTM era con la sua moto, non abbiamo avuto paura, anzi avevamo fatto 10 podi”.

Questa Moto2 ti piace ancora?
Tantissimo e non lo dico perché ho la mia moto. È una categoria che tira fuori realmente il pilota, vedi chi è forte e chi non lo è, infatti tutti quelli che dalla Moto2 vanno in MotoGP sono protagonisti, mentre nessuno ci è riuscito arrivando da altre categorie. Questa classe è difficilissima, più della MotoGP. Acosta è un fenomeno, ma l’anno scorso a inizio stagione a faticato, mentre è stato subito competitivo nella classe regina. La Moto2 screma fortissimo, chi va forte qui ha la possibilità di fare lo stesso in MotoGP”.

Tu lo avevi dimostrato con Quartararo che avevi ‘salvato’ e ora Ducati ha già messo sotto contratto Aldeguer. Hai fiuto per i piloti…
(ride) “Quello è fondamentale per fare i risultati, se pilota e squadra lavorano bene la moto poi diventa competitiva. Fermin ha un potenziale altissimo, delle doti non comuni. Quest’anno non ha ancora ingranato, non è stato nella parte fortunata della stagione, ma a Jerez ha vinto alla grande e a Portimao è arrivato vicino al podio dopo due Long Lap. Sta andando fortissimo, ma la Moto2 è la categoria più difficile e quando non è tutto al 100% è difficile anche stare nei primi 10”.

Da talent scout, vedi un difficile ricambio generazionale per gli italiani nelle categorie minori?
“Normalmente siamo fortunati perché viene sempre fuori qualcuno, ma sicuramente gli spagnoli sono quelli più avvantaggiati perché ci credono molto di più. Se vai allo JuniorGP, la maggior parte dei piloti sono spagnoli, soprattutto in Moto3, sono tantissimi. Una volta c’erano più italiani, è anche una questione di numeri, di quantità. Vediamo cosa potranno fare Bertelle e Lunetta, sono due che potrebbero fare risultati, dobbiamo contare anche un po’ sulla fortuna”.

Ti piacerebbe avere un italiano in squadra?
Nell’Europeo Moto2 ho due italiani. Dopo Lopez e Aldeguer, ora ci sono Mattia Casadei e Alberto Surra e spero che arrivino anche loro al Mondiale”.

Nel paddock si dice che un manager come te farebbe molto comodo alla Honda in MotoGP…
È un grandissimo complimento… non si sa mai (ride). Per il momento cerco di lavorare duramente e di divertirmi in Moto2”.

Non hai mai pensato di portare il tuo team in MotoGP?
È logico che sarebbe il massimo, ma per fare un salto del genere servono le basi, anche economiche. Andarci solo per partecipare non è nelle mie ambizioni, io vorrei lottare per arrivare nei primi 5 e quello è molto più complicato oggi”.

Nessuna Casa ti ha mai contattato per collaborare in Moto2? Per fare crescere i giovani in vista del passaggio in MotoGP?
KTM sta già facendo un ottimo lavoro in quel senso, anche Yamaha ha un suo team in Moto2. Non credo che Ducati abbia bisogno di me, perché non c’è un pilota in questo momento che non voglia andare su una loro moto (ride)”.

Ti piace il nuovo regolamento tecnico della MotoGP?
Secondo me, la riduzione di cilindrata è troppo piccola. Credo che nel 2027 gli 850 cc avranno già le prestazioni dei 1.000, se non di quest’anno, della scorsa stagione. Dal punto di vista aerodinamico vedremo, va bene che abbiano tolto gli abbassatori, non mi aspettavo qualcosa di più. Pensavo a un regolamento più restrittivo perché le moto adesso sono bellissime, ma vanno molto, molto forte.

Anche in Moto2 servirebbe qualche cambiamento?
Mi piacerebbe avere 30/40 CV in più, ma il regolamento che non è corretto è quello della Moto3. Ora, con il limite minimo di età fissato a 18 anni, le moto sono troppo piccole, i ragazzi sono cresciuti molto fisicamente. A quell’età sono alti un metro e 80, infatti si allenano con le 600 e poi corrono con moto di 60 CV, c’è qualcosa che non va”.

La Moto3 è un progetto che ti piacerebbe affrontare?
Sì perché mi piace lavorare con i giovani, trovare il ragazzino che poi arriverà in MotoGP. È quello che spero faccia ogni pilota che passa per il mio team, mi dà soddisfazione. Sono contentissimo che Aldeguer ci vada, significa che abbiamo lavorato bene”.

Intanto hai 4 piloti nei primi 5 posti del Mondiale Moto2, era di pensare al titolo?
“Siamo partiti per vincerlo perché sia Aldeguer sia Lopez hanno il potenziale per farlo, poi solo uno potrà farlo”.

Ti è mancato non esserci ancora riuscito?
Sì, ma servono tante cose per farlo e non è mai stato così. Con Quartararo nelle prime due gare non eravamo nemmeno andati a punti, poi era arrivata la questione della MotoGP che lo aveva deconcentrato”.

Ora c’è tutto, non hai scuse!
Non mi nascondo (ride). Vincono sempre il pilota più bravo e la squadra che lavora meglio, quindi noi dobbiamo impegnarci ad aiutare il pilota e lui deve aiutare noi”.

Quando una moto vince, poi tutti la vogliono. Nuovi potenziali clienti ti stanno già chiamando?
Non ci sarebbe nessun problema per produrre più materiale, nel 2013 avevo 8 moto sullo schieramento. Bisogna fare una selezione, a me piacerebbe lavorare con i team che vogliono vincere, non con quelli che vogliono partecipare, per trovare sempre piloti nuovi e squadre che investono in questo sport. Se c’è un progetto che mi piace sono contento di farne parte, altrimenti ne faccio a meno.

Con l’ingresso di Liberty Media, hai il timore che possa puntare tutto sulla MotoGP e ridurre l’importanza di Moto2 e Moto3?
Non lo penso, anche perché un fine settimana non potrebbe stare in piedi con solo una gara di 40 minuti della MotoGP. Inoltre, a differenza della Formula 1, i piloti fanno spettacolo già in Moto2 e Moto3 e poi vanno in MotoGP, quindi servono a fare crescere l’interesse. Io mi aspetto che lavoreranno ancora di più sulle giovani promesse”.

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