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MotoGP, Tardozzi: “Honda è una potenza di fuoco, ma serve chi la diriga”

“Se hai le palle lavori e cerchi di tornare davanti, altrimenti scappi, ma non penso che i giapponesi abbandoneranno e che Marc lasci la Honda. Di Giannantonio? Gresini deciderà ad agosto se e con chi sostituire Fabio”

MotoGP, Tardozzi: “Honda è una potenza di fuoco, ma serve chi la diriga”

Pur convalescente dopo un’infezione al piede infortunato in una caduta dallo scooter, Davide Tardozzi non si è perso un solo istante di ciò che è avvenuto ad Assen ed è intervenuto nel nostro Bar Sport per fare il punto della situazione alla vigilia della pausa estiva della MotoGP.

“È stata una gara bellissima. Per quanto Pecco sia stato molto bravo sabato, e Bezzecchi ancora di più perché era ovvio che ne avesse di più, Pecco ha dimostrato che il campione non si perde d’animo e ha fatto un ulteriore passo avanti con la famosa mossa del Warm-Up. Pur non essendo partito bene venerdì mattina, è comunque riuscito a battere un velocissimo Marco Bezzecchi, quindi direi che anche Marco ha capito che non valeva la pena rischiare quel tanto in più, ma portare a casa 20 punti importantissimi” ha affermato Davide, commentando il GP d’Olanda.

Qualche anno fa avete iniziato una politica di mercato che vi ha portato a investire sui giovani e adesso vi ha portato ad avere un’abbondanza di piloti, che sono tra i migliori in griglia. Come si fa a dire a un pilota come Martin e Bezzecchi che non possono avere una moto ufficiale?
“Secondo me è un problema che vorrebbero avere anche gli altri ed è un altro aspetto sul quale ci stanno copiando, perché siamo stati i primi a dare una moto ufficiale a un team satellite. Siamo stati i primi a prendere sotto la nostra ala i piloti dei team satellite, per gestirli direttamente, investire sul futuro e far vedere che abbiamo sempre dato seguito, con piloti come Iannone, Petrucci e Bagnaia, alla possibilità che potessero arrivare nel team ufficiale. L’altra cosa secondo me è stata la decisione dura ma dovuta di cambiare filosofia, quando c’era un limite nella moto che poteva non essere dovuto solo alla moto. Voglio dire che quando abbiamo deciso di sostituire sia Danilo Petrucci che Andrea Dovizioso è stato perché abbiamo pensato che il loro modo di guidare non avesse più modo di esistere, perché c’erano piloti come Martin e lo stesso Pecco che aiutavano moltissimo il turning. Oggi non si sentono più lamentarsi i piloti Ducati lamentarsi di questo aspetto”.

Perché Ducati non ha un junior team in Moto2?
“Queste cose hanno un costo e bisogna avere le risorse per sostenerle. In più, a Ducati piace attaccare la scritta Ducati dove c’è qualcosa Ducati. Va bene avere un team di supporto, ma chiamarlo Ducati quando c’è un telaio Kalex e un motore Triumph a me personalmente non piace. Non ha senso”.

Fra le voci di mercato di cui si parla prima della pausa estiva c’è l’approdo di Morbidelli in Gresini, mentre noi sappiamo che c’è il nostro Pernat che spinge per Arbolino...
“Io credo sia un po’ presto Al di là del fatto che il pilota che andrà eventualmente a sostituire Di Giannantonio, cosa che non è ancora stata decisa perché credo che la decisione sulla sua permanenza o meno sia stata posticipata ad agosto, è una decisione di Gresini e una loro trattativa con il pilota. Per i buoni rapporti e l’ottima relazione che c’è con Nadia, Michele Masini e tutto il team Gresini, credo che ci chiederanno consiglio o una sorta di approvazione, ma non è dovuta”.

Si parla anche tanto di Acosta in KTM e di Marc che potrebbe lasciare la Honda.
“Acosta mi sembra abbia dichiarato che voglia restare in KTM, quindi mi sembra ormai scontato. Per quanto riguarda Marc, ha un contratto con la Honda l’anno prossimo. Pur essendo un momento molto difficile per lui e la Honda, non sono così sicuro che li lascerà l’anno prossimo. Però è difficile parlare di cose che non conosci in casa d’altri”.

Parlando dei problemi della Honda, in conferenza stampa, Puig ha parlato della comunicazione con i giapponesi e del fatto che non stiano prendendo dei tecnici da altre squadre, come ha fatto ade esempio la KTM con voi, diceno che il Giappone è lontano...
“Credo che Alberto abbia detto la cosa giusta, perché chiedere a persone come Sterlacchini o Giribuola di andare a 500 km da casa non sia un problema, ma chiedergli di fare 8.000 km potrebbe essere diverso. Rapportarsi con una mentalità e una cultura completamente diverse è molto più difficile, quindi io credo che se anche i giapponesi dovessero fare una scelta del genere, avrebbe dei tempi molto lunghi di maturazione, perché dovrebbe stravolgersi e cambiare completamente la loro attitudine e mentalità. Credo sia molto difficile e poi non so quante persone sarebbero disposte a entrare in un sistema Honda che è veramente difficile da comprendere. Oltre alla lingua, perché è vero che parlano tutti in inglese, ci vuole tanto tempo per sviluppare la giusta intesa e non so se loro hanno tutto questo tempo”.

Perché non vediamo da parte di Honda un coraggio come quello che ebbe vent’anni fa in SBK, quando decise di sfidare la Ducati ad armi pari?
“Sono cambiati i manager e le persone che decidono in HRC. Per quanto sia stato un avversario tosto, io ho una grande stima di Nakamoto, che aveva una mentalità molto più occidentale e ha fatto delle ottime cose in Honda. L’unica cosa che mi viene da pensare è che i manager di oggi non abbiano lo stesso coraggio. Non c’è altro, perché hanno potenza economica, capacità tecniche, la galleria del vento dentro l’azienda. Sono una potenza di fuoco, ma evidentemente serve chi la diriga. Anche da noi è arrivato Gigi ed è iniziato un periodo diverso dopo quattro anni disastrosi, ma il restante 99% delle persone in Ducati erano le stesse che c’erano negli anni del disastro, come il 2013 e l’epoca di Valentino, che è stata un piccolo disastro”.

Non temete che la superiorità della Ducati possa indebolire la volontà dei giapponesi di continuare?
“Farebbe capire che i giapponesi sono deboli. La Ducati, dopo gli anni che dicevamo prima, avrebbe dovuto ritirarsi, invece si è messa sotto e ha risollevato la testa. Secondo me dovrebbe essere uno stimolo. Se hai le palle, lavori e cerchi di tornare davanti, se no scappi. Quindi, secondo me non si ritireranno. Non credo faranno una mossa del genere”.

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